Tesori Contemporanei sul 40° Parallelo

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Tesori Contemporanei sul 40° parallelo nord: l'Armenia accoglie l'arte italiana dalla Basilicata

a cura di Aniello Ertico, Melanie Zefferino e Lilit Hovhannisyan

Il “filo di seta” dell’antica via fra oriente e occidente unisce su un piano ideale, quello del 40° parallelo nord, la città di Yerevan (Armenia) e Venosa (Italia). Città simbolo di due terre a lungo contese, dove antiche fortezze e monasteri si specchiano sulla superficie argentea di laghi di origine vulcanica circondati da una natura forte e avvolgente. Per secoli meta di pellegrini, mercanti ed eserciti, l’Armenia e la terra di Basilicata condividono l’eredità culturale ellenistica ma conservano altresì testimonianze di civiltà arcaiche e insediamenti preistorici, nonché i segni dell’Ebraismo e dell’Islam, che con la Cristianità convissero fino al Medioevo. Innumerevoli khachkar (croci di pietra intagliate) si stagliano fra le foreste armene, dove ancora sorge il tempio pagano di Garni, costruito su basalto e forse dedicato a Mitra. D’altro canto, le croci degli ordini templari e altri simboli di un linguaggio sacro ed esoterico, incluso l’esagramma, si ritrovano incisi nella pietra che reca memoria dei Benedettini, dei Normanni e dei Longobardi nella cosiddetta “incompiuta”, Complesso della Santissima Trinità, il cui nucleo paleocristiano sorge sulle vestigia del tempio di Imene nella città Romana di Venusia (dedicata a Venere), l’odierna Venosa.
Venosa è sede di Porta Coeli, Centro Studi della Cultura Mediterranea, Accademia di formazione e Galleria d’arte, che sin dalla sua fondazione ha dedicato attenzione particolare all’arte quale espressione di spiritualità ed estetica di diverse culture. Porta Coeli è una risorsa per il proprio territorio, ma anche per una comunità ben più vasta dal momento che ha intrapreso diversi progetti espositivi ambiziosi in ambito nazionale e internazionale.
È opportuno ricordare che nel 2016, su istanza del Consigliere Aurelio Pace, la Regione Basilicata è stata inserita fra i ‘Giusti’ per l’Armenia nel muro della memoria del genocidio armeno entro il complesso di Tsitsernakaberd a Yerevan. Assume allora valenza particolare questo progetto espositivo, realizzato una ottica di scambio fra Armenia e Basilicata, giacché Venosa si prepara ad accogliere l’artista armeno Arman Nur con una sua mostra antologica a Porta Coeli nell’ottobre 2018. 
L’artista è fondatore della Nur Art Gallery, sita nella piazza centrale di Yerevan e diretta da Lilit Hovhannisyan. La galleria accoglie massime espressioni dell’arte contemporanea armena e si apre, come porta d’oriente, al dialogo internazionale e interculturale attraverso i linguaggi dell’arte.
Frattanto, Porta Coeli si fa “portale” verso la capitale dell’Armenia, oggi centro d’arte contemporanea di primo piano, per interpreti lucani capaci di esprimere, attraverso le arti visive, il proprio sentire ma anche il prezioso retaggio culturale della regione a cui appartengono. Tutto ciò nella mostra “Tesori contemporanei sul 40° parallelo nord” a cura di Aniello Ertico, direttore di Porta Coeli, Melanie Zefferino, storica dell’arte docente del Centro Studi e curatrice della Florence Biennale, e Lilit Hovhannisyan, Direttrice della Nur Art Gallery.
I protagonisti di questa mostra collettiva si distinguono per stile personale e la maestria con cui spaziano virtualmente fra passato e presente. Antonio Saluzzi, artista pluripremiato per le sue sculture in bronzo realizzate con fusione a cera persa ma anche con la tecnica di fusione a terra degli antichi greci, presenta alcune opere inedite di rara bellezza dalla forte valenza simbolica, Passiflora e Melograno. Salvatore Comminiello, il quale coniuga la sperimentazione di materiali con un raffinato linguaggio di simboli, espone nuove opere che inglobano foglie negli inserti plastici dei suoi pannelli in cui il mistero si fonde con l’armonia di forme e colori. Manuela Telesca, “sacerdotessa” dell’arte del gioiello, mostra gemme incastonate in strutture preziose dalla valenza simbolica. Nisio Lopergolo, maestro d’arte ormai affermato, interpreta la Genesi dall’Antico Testamento attraverso le sue suggestive figure in ceramica dipinte con ossido di manganese e oro zecchino. Infine Karmil Cardone, giovane fotografo lucano, restituisce attraverso immagini in bianco e nero, tutta la forza evocativa di architetture vetuste che accendono l’immaginario evocando il vissuto di un altro tempo nell’osservatore contemporaneo. Infine, sarà proiettata opera di videoarte Scirocco (2017) ispirata libro di Aniello Ertico, regista del cortometraggio.

PORTA COELI

non è solo un luogo: è prima di tutto un’idea avanguardista che, come spesso accade nell'ambito culturale ed artistico, si genera e si alimenta nella provincia, lontana dalle grandi capitali italiane. 

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